L’albergo diffuso come trasformazione dei servizi ed opportunità per il territorio
Lino Trinchini
Riflessione su: Galeone, A., & Sebastiani, R. (2021). Transformative service research in hospitality. Tourism Management, 87, art. 104366.
Dall’idea originale di ripopolamento dei borghi Friulani colpiti dal terremoto del 1976, ricostruiti e disabitati, al progetto pilota di Comeglians (Friuli) del 1982 e le prime realtà imprenditoriali legate al turismo di Sauris, Bosa ed Alberobello negli anni 90, l’Albergo Diffuso ha raggiunto una discreta popolarità negli ultimi decenni come “nuova” forma di turismo esperienziale, sviluppo e valorizzazione territoriale in alternativa al turismo di massa. La presenza di molti piccoli centri abitati e borghi al di fuori dei percorsi turistici tradizionali, ma ricchi di storia, cultura ed arte, ha facilitato la nascita di questo modello di ospitalità orizzontale e diffusa. Nella sua evoluzione, l’innovativo concetto di ricettività distribuita è stato distinto da altre simili tipologie di offerta alberghiera (Paese Albergo, Residence diffuso, Villaggio Albergo e Case Albergo) in base a caratteristiche legate alla gestione imprenditoriale, servizi, autenticità, presenza di edifici preesistenti e comunità locale. Il concept è stato gradualmente recepito da normative regionali che, ricalcando il primo formale riconoscimento della regione Sardegna in modo disomogeneo, non sempre hanno fornito chiare disposizioni attuative ad imprenditori ed istituzioni locali. Le conseguenti libere interpretazioni di Albergo Diffuso hanno influito su un suo effettivo sviluppo integrato a livello locale e nazionale che possa rispondere in modo efficace alle esigenze di recupero socio-economico dei territori ed alla domanda di turismo rurale, culturale ed enogastronomico. Dopo aver raggiunto un picco di interesse nella scorsa decade, anche con riconoscimenti internazionali, gli Alberghi Diffusi hanno rallentato la loro crescita fino alla recente rinata attenzione in Italia ed all’estero, sia come risposta alla pandemia sia all’interno del molto discusso tema della sostenibilità. Il concept, per sua natura, è allineato con queste tematiche trasformative di ampio respiro e legate inevitabilmente all’offerta turistica intesa come portatrice di benessere individuale e collettivo. La corrispondente domanda post-pandemica mostra segnali di una significativa crescita potenziale, che ha attirato l’interesse di Airbnb verso gli Alberghi Diffusi e ravvivato il discorso sull’ospitalità diffusa.
Potenziale trasformativo dei servizi,
Nella sua accezione più ampia e comune, la sostenibilità appare intrinseca a questo tipo di offerta alberghiera. Il recupero di strutture, infrastrutture, tradizioni e comunità locali esistenti, attraverso gestioni imprenditoriali pubblico-private, genera impatti positive su società (valorizzazione dei luoghi come destinazioni, benessere di residenti ed ospiti), economia (ricaduta benefici su territorio, attori locali e indotto) ed ambiente (numero di ospiti ridotto, assenza di nuove costruzioni, uso/riuso di prodotti/servizi locali). Il valore delle relazioni genuine stabilite con la comunità ospitante e con gli ospiti, pur mantenendo la propria privacy, è apprezzato da chi sceglie questa forma di turismo. L’essere “un po’ casa un po’ albergo” suggerisce consonanze con il concetto di Cittadino Temporaneo per il turista dei nostri tempi. Una componente legata tanto alla sostenibilità dei flussi turistici (basti pensare al tanto dibattuto fenomeno dell’overtourism, prima della pandemia) quanto all’autenticità dell’esperienza turistica (tema comunemente legato alla storia, cultura e identità dei luoghi visitati). Come fenomeno socio-economico e culturale dinamico, il turismo ha vissuto profondi cambiamenti nel corso del tempo che riguardano anche il significato di correlata autenticità. L’identificazione di esperienze o prodotti turistici autentici ai giorni nostri può essere diversa da quella del secolo scorso, così come la definizione di patrimonio culturale, per usare un banale sillogismo. Questo discorso sull’autenticità cambia e assume un’interpretazione specifica quando circoscritto a determinati contesti spaziali, sociali, culturali ed economici. La tipicità degli Alberghi Diffusi implica reti di “supporto” locali (attività commerciali e socio-culturali), generanti per riflesso una visione culturale legata alla tradizione ed alla storia del luogo visitato. Tutte queste tematiche sono emerse in un recente studio che le identifica come fattori aventi impatto sul benessere individuale e collettivo nella fruizione dei servizi alberghieri diffusi.
Fattori/Temi Componenti principali
Interesse verso sostenibilità Cibo organico prodotto localmente (86%) Rilancio economico del territorio (75%) Tradizioni locali (60%) Relazioni Staff cortese (57%) Ambiente familiare – come a casa (46%) Rete di supporto Ristoranti (67%) Bar (48%) Musei (42%) Visioni culturali Accademia cucina (45%) Riferimenti culturali (45%) Storia locale e tradizioni (42%) Esperienza autentica Sentirsi come residenti locali (76%) Esperienza vera (57%) Adottare tradizioni rurali (56%)
Il valore trasformativo è inteso come dimensione sociale della creazione di valore che favorisce cambiamenti per aumentare la qualità della vita. Nelle reti di interazioni, gli ospiti (consumatori) interagiscono con diversi soggetti legati alla fornitura di servizi e ne sono influenzati a diversi livelli all’interno dell’ecosistema degli Alberghi Diffusi. In base ai fattori trasformativi, queste tipologie di offerta alberghiera promuovono diverse attività (Percorsi ciclabili, turismo enogastronomico etc.) atte a favorire le economie locali ed il coinvolgimento con il contesto ambientale e sociale. Uno scambio reciproco di tradizioni locali e culturali porta anche ad una stretta relazione fra ospiti e lo staff alberghiero. La rete di interazioni genera nuove opportunità di lavoro che migliorano e facilitano le connessioni sociali fra i residenti del villaggio. L’Albergo Diffuso diviene concreto veicolo di cultura e tradizione fra le comunità locali e turisti volto a ridurre le disparita sociali nel borgo. Infine, l’autenticità è fattore chiave di protezione dell’identità del territorio e del patrimonio storico-culturale come rigenerazione urbana all’interno della comunità.
Limiti, rischi ed opportunità
Al di là delle dinamiche di consumo culturale e di servizi, lo studio pone l’accento sul benessere di ospiti e residenti nei termini di qualità della vita. Gli autori assumono un approccio positivo che rappresenta uno dei limiti della loro analisi, ma adottano anche una visione sistemica dell’offerta turistica territoriale che raccoglie le complessità legate alla gestione integrate delle imprese (es. divergenti visioni strategiche di pubblico e privato) e delle relazioni (locali, nazionali ed internazionali). Le diseconomie gestionali rappresentano senza dubbio uno dei punti di debolezza degli Alberghi Diffusi, insieme agli elevati costi di gestione e manutenzione (più di un normale albergo) a fronte della qualità dei servizi offerti e l’elevato rischio imprenditoriale (come riportato in un rapporto di qualche anno fa). Questi limiti e rischi vanno considerati in relazione alle opportunità di sviluppo dell’intero tessuto produttivo nazionale, di cui il turismo diffuso (e non solo) fa parte, di lungo termine e non basate sulla svendita di case (e del territorio). Assieme alla visione sistemica e critica sia di offerta sia dell’esperienza turistica degli ospiti, non a caso, la responsabilità sociale nella coevoluzione è uno dei punti cardine identificato da alcuni studiosi come sostegno all’innovazione ed alla concreta diffusione dell’offerta sul territorio. L’attenzione è quindi da porre alle coerenti dinamiche fra impresa, attori territoriali, turista e resto della società (cioè offerta turistica, territorio e domanda).